L’ECHA (
Agenzia europea per le sostanze chimiche) ha annunciato la pubblicazione, nelle 22 lingue (italiano compreso) dell’Unione Europea, di sei Guide relative all’applicazione del REACH (per le quali era finora disponibile solo la versione inglese).
Ottima iniziativa… ma…
Ma, almeno per quello che ci riguarda, bisogna notare che, già da tempo, il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali aveva avviato la traduzione in italiano di alcune Guide ECHA: attualmente ne sono già disponibili nove.
E una delle guide tradotte in italiano dall’ECHA (
Guida alla registrazione) era già stata tradotta dal Ministero.
Ma, purtroppo, le due traduzioni non sono identiche.
Niente di grave probabilmente.
Anche se, ad esempio, non è proprio bello vedere (a pag. 17 della traduzione) che, per il numero CE 293-693-6, nella
traduzione ECHA si legge:
“Denominazione CE: Farina di soia, residuo di estraz. delle proteinee, nella
traduzione del Ministero:
“Nome CE: Latte di semi di soia, estratto proteico. ResiduoAl riguardo si fa notare che, nella BaseDati Sostanze Chimiche dell’Istituto Superiore di Sanità, la dizione utilizzata è quella riportata nella traduzione ECHA.
Si è citato di proposito questa discrepanza, perché, fra l’altro, il problema delle denominazioni delle sostanze è all’attenzione della Commissione Europea, come sottolineato anche dagli esperti di CARACAL (Competent Authorities for REACH and CLP).
Non sarebbe dunque auspicabile che Ministero, Istituto Superiore di Sanità ed ECHA si mettessero d’accordo per fornire traduzioni italiane univoche (risparmiando tra l’altro tempo e denaro) ?