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martedì, giugno 30, 2009

LA TRAGEDIA DI VIAREGGIO

Prendo spunto dal commento appena ricevuto al precedente post e che fa riferimento al tragico incidente ferroviario di stanotte a Viareggio.


Ma voglio anche far riferimento ad un articolo pubblicato su “The Shipper’s Voice” relativo ai problemi che si incontrano, da parte degli speditori, con l’utilizzo dei software disponibili per la gestione della logistica (in particolare si fa riferimento alla difficoltà di passare da una piattaforma di gestione all’altra, qualora si decida di cambiare il fornitore di software).
E voglio anche far riferimento ad alcune dichiarazioni da parte di Maroni (Ministro dell’Interno) e Castelli (Sottosegretario al Ministero Infrastrutture e Trasporti) che si pongono il problema di una eventuale revisione delle norme in materia di trasporto di merci pericolose.

Perché mettere insieme questi fatti ?
Per sottolineare che il problema della sicurezza ha molti aspetti:
a) la disponibilità di normative adeguate
b) il rispetto delle norme
c) gli strumenti per assicurare il rispetto delle norme
d) il controllo di tale rispetto
e) la formazione degli addetti e il fattore umano
f) l’imponderabile

Naturalmente sarà necessario attendere i risultati delle inchieste (della Magistratura, del Ministero, di Rete Italia) per capire esattamente cosa e perché è successo.

Però qualche interrogativo possiamo avanzarlo:
a) se effettivamente la causa primaria è stata la rottura dell’asse di un carrello del vagone, quali sono le norme (che ovviamente non riguardano solo le merci pericolose e che non sono quindi oggetto del RID) che regolamentano la verifica dei carrelli (quale periodicità e, soprattutto, quali tipi di controllo) ?
b) e c) sono state rispettate le norme ? quali sono gli strumenti che garantiscono tale rispetto (e qui possono anche entrare in gioco i software gestionali che potrebbero essere utilizzati per la gestione del parco cisterne e carri ferroviari) ?
d) quali controlli (a campione) sono previsti (da chi ?) per verificare il rispetto delle norme ?
e) gli addetti avevano ricevuto la formazione necessaria e hanno rispettato le procedure ?
f) se le norme prevedono verifiche periodiche sui carrelli e tali verifiche sono state effettuate, dobbiamo accettare che comunque sia possibile un cedimento strutturale del carrello non altrimenti ipotizzabile ?

Ma si possono fare anche altre considerazioni: pur non essendo ancora chiaro se la perdita di GPL dalla cisterna sia dovuta ad una rottura del serbatoio o di una valvola, tali rotture potrebbero essere state evitate se invece di una ferrocisterna si fosse trattato di un contenitore-cisterna (con le protezioni laterali) ?
E, se è vero che i contenitori-cisterna sono più “sicuri” delle ferrocisterne, quali sarebbero i costi e i tempi per passare dalle ferro cisterne ai contenitori-cisterna ?

E ancora: in attesa delle analisi di rischio tante volte richieste (anche con decreto), o anche in assenza di esse, è ragionevole pensare a limitazioni al trasporto ferroviario di merci pericolose in termini non solo e non tanto di percorsi o di orari quanto in termini di limiti di velocità almeno in certe tratte ?

3 Commenti:

Anonymous claudia nicchiniello ha detto...

la risposta alla domanda a)?

01 luglio, 2009 09:05  
Anonymous Anonimo ha detto...

E' inutile controllare che le cisterne siano conformi, etichettate, revisionate.....ecc quando ad avere problemi è la parte meccanica.
E' come se facessi un trasporto su strada nel pieno rispetto ADR, ma con i pneumatici completamente sgonfi. Qui non siamo a livello di rispetto di ADR/RID, ma a livello di manutenzione di base alla quale il personale delle ferrovie non ha prestato attenzione (i motivi li chiarirà la magistratura).
Daniele Antelmi

01 luglio, 2009 17:57  
Anonymous Anonimo ha detto...

Lancio una ipotesi/provocazione:
considerato che il tipo di trasporto era di propano e che quel gas una volta fuoriuscito dal contenitore si disperde verso il basso infilandosi nei tombini e nelle altre canalizzazioni diffondendosi rapidamente nel territorio circostante con i danni e lo scempio che abbiamo ben visto, non sarebbe il caso di trovare la possibilità di incendiare subito il gas, piuttosto che lasciarlo libero di andare. certo ci sarebbero danni, credo molto meno di quello che abbiamo visto.

02 luglio, 2009 17:50  

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