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lunedì, gennaio 05, 2009

2009 UNA SFIDA DIFFICILE (4)

Iniziando queste brevi note sulle prospettive, ho parlato di possibili nuovi paradigmi.
E forse, anche nel settore del trasporto merci in generale, c’è la necessità (o, se preferite, l’opportunità) di ripensare ad alcune questioni di fondo.
Ad esempio:
- c’è un tendenza, resa ancor più evidente dalla crisi globale, ad una riduzione dei consumi: il che ovviamente comporta una riduzione dei trasporti
- la questione ambientale pone il problema della riduzione delle emissioni inquinanti (ivi comprese quelle dovute ai trasporti), con conseguente richiesta di limiti più stringenti (che ovviamente comportano dei costi)
- la richiesta di garantire una sufficiente (e sempre più elevata) sicurezza alimentare induce a privilegiare le produzioni agricole e zootecniche locali (con conseguente ridimensionamento dei trasporti)
- una maggiore sensibilità alla sicurezza stradale porta a richiedere controlli più efficaci e quindi a richiedere un effettivo rispetto delle disposizioni in materia (rispetto dei limiti di velocità, delle disposizioni in materia di orario di lavoro e delle pause obbligatorie durante il trasporto, delle disposizioni in materia di equipaggiamento dei veicoli, ecc.): tutto ciò di nuovo comporta investimenti e aumento dei costi del trasporto.

Senza voler considerare quanto sopra come un elenco esaustivo dei problemi, mi sembra che emerga comunque con chiarezza un fatto: se vogliamo che anche i trasporti diano il loro contributo nel disegnare un mondo più vivibile e sicuro (e quindi che si attuino i necessari provvedimenti con conseguenti investimenti) il costo dei trasporti dovrebbe aumentare in maniera significativa.

E’ giusto ?

Certo, a nessuna/o fa piacere dover spender di più, però è anche pensabile che si possa creare una specie di circolo virtuoso.
Se si aumenta in maniera significativa il costo del trasporto, ci sono più soldi per gli investimenti, da impegnare per ridurre l’inquinamento e aumentare la sicurezza, per aumentare i controlli e permettere agli autotrasportatori di ricavare il giusto guadagno dal loro lavoro senza dover essere costretti ad operare (se vogliono restare sul mercato) violando le disposizioni in materia di sicurezza stradale e del lavoro.
E, se il costo del trasporto aumenta, magari si rinuncerà a qualche merce non proprio necessaria, il che può anche permettere di ridefinire le priorità dei consumi a favore di scelte più consapevolmente attente alle questioni ambientali, di sicurezza e, magari, ad una revisione del rapporto fra beni materiali e beni immateriali.