ADR Adventure: un viaggio nel misterioso mondo dell’ADR (8)
Dunque: la classificazione dei rifiuti.
Regola n. 1: per classificare un rifiuto ai fini dell’ADR, dimenticatevi il codice (CER): non serve a questo scopo (in realtà non serve praticamente a niente, ma questo è un altro discorso); l’unica cosa che può servire è la presenza dell’asterisco, che vi dice che il rifiuto può essere o è pericoloso (ma non necessariamente pericoloso ai fini dell’ADR)
Regola n. 2: sono invece utili in generale i codici H, ma con un “fate attenzione” grande come una casa: i criteri di assegnazione dei codici H non coincidono con i criteri di classificazione dell’ADR. Ad esempio: i rifiuti con codici H7, H19 e H11 NON sono in genere pericolosi ai fini del trasporto.
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Regola n. 3: non vi fidate troppo di quello che dicono i risultati delle analisi alle quali in genere sottoponete i vostri rifiuti ai fini dell’accettazione in discarica. Troppo spesso alcuni laboratori non ricercano quello che si dovrebbe ricercare e talvolta concludono, senza molte ragioni, che il rifiuto è pericoloso per l’ambiente.
Regola n.4: fate fare la classificazione a chi ha letto e digerito la parte 2 dell’ADR (ad esempio, il consulente)
Una piccola consolazione: avendo l’Italia firmato l’accordo multilaterale M222, i rifiuti che hanno anche altre caratteristiche di pericolosità non devono essere classificati come pericolosi per l’ambiente.
Regola n. 1: per classificare un rifiuto ai fini dell’ADR, dimenticatevi il codice (CER): non serve a questo scopo (in realtà non serve praticamente a niente, ma questo è un altro discorso); l’unica cosa che può servire è la presenza dell’asterisco, che vi dice che il rifiuto può essere o è pericoloso (ma non necessariamente pericoloso ai fini dell’ADR)
Regola n. 2: sono invece utili in generale i codici H, ma con un “fate attenzione” grande come una casa: i criteri di assegnazione dei codici H non coincidono con i criteri di classificazione dell’ADR. Ad esempio: i rifiuti con codici H7, H19 e H11 NON sono in genere pericolosi ai fini del trasporto.
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Regola n. 3: non vi fidate troppo di quello che dicono i risultati delle analisi alle quali in genere sottoponete i vostri rifiuti ai fini dell’accettazione in discarica. Troppo spesso alcuni laboratori non ricercano quello che si dovrebbe ricercare e talvolta concludono, senza molte ragioni, che il rifiuto è pericoloso per l’ambiente.
Regola n.4: fate fare la classificazione a chi ha letto e digerito la parte 2 dell’ADR (ad esempio, il consulente)
Una piccola consolazione: avendo l’Italia firmato l’accordo multilaterale M222, i rifiuti che hanno anche altre caratteristiche di pericolosità non devono essere classificati come pericolosi per l’ambiente.
2 Commenti:
Buongiorno. Può gentilmente chiarire quanto riportato nell'ultima frase? Io leggendo l'accordo ho inteso che i colli non devono riportare il marchio di pericoloso per l'ambiente e che come previsto dall'ADR i rifiuti mantengono il loro numero UN e non è necessario ricorrere a UN3082 o UN 3077. E' corretto?
Grazie.
In generale è corretto.
Però se i rifiuti sono classificati SOLAMENTE come pericolosi per l'ambiente in tal caso credo che debbano essere classificati come UN 3082 o UN 3077 e avere l'etichetta della classe 9 (ma non ilo marchio di pericoloso per l'ambiente)
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