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martedì, giugno 15, 2010

Governo del fare o dell’agire ?

Secondo una tradizione filosofica che risale ad Aristotele, si deve distinguer fra “il fare” e “l’agire”: il fare inteso come il compiere un’azione, l’agire inteso come dare senso all’azione.

E’ noto che l’attuale governo si è autonominato “il governo del fare” , e in questo forse ha ragione.
Prendiamo ad esempio, ancora una volta, il SISTRI (il sistema di tracciabilità rifiuti).
Non c’è dubbio che il governo ha fatto; ed infatti ha compiuto diverse azioni:
- con la legge 296/2006 ne ha stabilito la realizzazione
- con il DLgs 4/2008 ha stabilito l’obbligo delle apparecchiature elettroniche
- con la legge 102/2009 ha dato mandato al Ministero dell’Ambiente
- con il DM del 17 dicembre 2009 lo effettivamente istituito
per non parlare di tutto il lavoro fatto con la (o dalla ?) Selex Finmeccanica.

Non voglio qui neppure ripetere le varie considerazioni critiche sul come il SISTRI sia stato realizzato (ma … ancora .. non funzionante !): segnalo solo che intanto se ne discute al TAR del Lazio (vedi: http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Roma/Sezione%202B/2010/201002591/Provvedimenti/201002563_05.XML)

Però mi chiedo: non sarebbe meglio, invece di un “governo del fare”, avere un “governo dell’agire”, vale a dire un governo che abbia chiaro il senso di quello che fa ?

Oppure mi sbaglio, e invece questo è davvero anche un “governo dell’agire”; e quindi tutta una serie di aspetti problematici:
- il segreto di stato
- la mancanza di gare di appalto per il sistema ed i dispositivi
- la “impossibile” entrata in vigore in tempi brevissimi
- le (carenze di) disponibilità di competenze e di strumenti per l’elaborazione
elettronica dei dati per artigiani e autisti
- i costi
- ecc.
hanno un senso preciso ?

Mi piacerebbe sapere quale !