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martedì, giugno 01, 2010

Materie pericolose per l’ambiente

Fino alle edizioni 2007 di ADR e RID, le materie pericolose per l’ambiente erano definite (e classificate) sulla base di un semplice schema basato su LC(EC)50, biodegradabilità e bioaccumulazione, senza alcuna articolazione in categorie.

Con le edizioni 2009, è stato introdotto un nuovo schema di classificazione, basato sul GHS, che comporta un’articolazione delle materie pericolose per l’ambiente in:
- Categoria acuta 1
- Categoria cronica 1
- Categoria cronica 2

Con le prossime edizioni 2011, salvo imprevedibili ma improbabili modifiche dell’ultimo momento, per le Categorie croniche si prevede un’ulteriore articolazione (ai fini della classificazione) dei criteri, per tener conto delle differenze esistenti fra le materie per le quali siano disponibili o meno i dati di tossicità cronica e fra le materie facilmente o non facilmente degradabili (naturalmente anche questi nuovi criteri fanno riferimento al GHS, così come emendato nell’ultima edizione).

Devo dire in proposito che c’è qualcosa che non mi è del tutto chiaro.
Dal momento che, almeno finora, la normativa sul trasporto terrestre (ADR/RID/ADN) di merci pericolose prevede solo due rubriche (una per i solidi e una per i liquidi), senza alcuna articolazione in gruppi di imballaggio, non esiste alcuna distinzione, in termini di disposizioni per il trasporto, fra le diverse Categorie.

Fermo restando che il GHS è comunque alla base anche del Regolamento Europeo (CLP) su classificazione, etichettatura ed imballaggio, e che è quindi opportuno mantenere un’omogeneità fra tutti i sistemi, è davvero rilevante, ai fini del trasporto, l’articolazione fra diverse Categorie ?