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domenica, ottobre 11, 2009

Cinquant’anni “pericolosi” 1988: buco di ozono

Nel 1988, con la legge 283, l’Italia ratifica e dà esecuzione al Protocollo di Montreal, con il quale sono definiti
gli obiettivi e le misure per la riduzione delle produzioni e degli usi delle sostanze pericolose per la fascia di ozono stratosferico (essenzialmente i CFC).

Gli obblighi di classificazione ed etichettatura delle materie pericolose per lo strato di ozono sono stati da tempo introdotti nella normativa comunitaria e nazionale: vedi in proposito anche il regolamento europeo 1272/2008 (CLP).

Recentemente anche il GHS, con la pubblicazione della revisione 3, ha adottato analoghi criteri per la classificazione e l’etichettatura di queste materie, mentre le stesse non sono considerate pericolose dalla normativa sul trasporto.

Una delle conseguenze del bando dei CFC è stata quella di un crescente utilizzo di componenti infiammabili nella fabbricazione di aerosol. Ciò ha portato alla necessità di una migliore definizione dei criteri di classificazione degli aerosol infiammabili, un processo che è stato il primo esempio di collaborazione fra i due SottoComitati di Esperti ONU (quello sul trasporto di merci pericolose e quello sul GHS).