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giovedì, ottobre 08, 2009

Cinquant’anni “pericolosi” 1987: DDT

Sembrò l’ulteriore conferma delle tesi sostenute da Rachel Carson nel suo libro “Silent spring” (il DDT è nocivo per la riproduzione degli uccelli): il 17 giugno 1987 morì in Florida l’ultimo esemplare del passero marittimo nero (Ammodramus maritimus nigrescens).

Probabilmente è vero: il grande utilizzo di DDT in Florida per combattere le zanzare fece diminuire drasticamente la popolazione di questi uccelli; solo pochi furono salvati, ma anche l’ultimo esemplare conservato morì in cattività.

Come sempre però i problemi sono complicati.
Dopo il grande uso di DDT per sconfiggere la malaria, nel 1972 gli USA ne proibirono l’uso, e, nel 1982, anche in Italia l’utilizzo del DDT fu bandito.

Forse così abbiamo evitato l’estinzione di altre specie di uccelli e anche lo sviluppo di tumori, dal momento che lo IARC ha classificato il DDT con cancerogeno di categoria B (limitati indizi di cancerogenicità).

Ma, d’altro canto, il bando del DDT ha forse in parte compromesso la lotta contro la malaria.
Nel corso del 2006 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che il DDT, se usato correttamente, non comporterebbe rischi per la salute umana e che il pesticida dovrebbe comparire accanto alle zanzariere e ai medicinali come strumento di lotta alla malaria.