Riconversione ?
Da una prima occhiata al conto
nazionale trasporti risulta che le statistiche sulle merci pericolose non sono
un “must”.
Se ne parla solo a proposito
del traffico ferroviario (e qui risulta che si è passati da 1,7 miliardi di tkm
del 2010 a 1,3 miliardi di tkm nel 2011).
Ma comunque questo dato sembra
confermare che l’auspicato spostamento dal trasporto stradale a quello
ferroviario non si sta verificando (del resto, la chiusura di molti scali merci
ferroviari avvenuta in questi ultimi anni non favorisce certo in tal senso).
Tuttavia, nella situazione di
crisi, anche occupazionale, che stiamo vivendo, non ci si può non porre il
problema di come gestire una eventuale riconversione produttiva e gestionale
(ad esempio, appunto, spostando il traffico merci dalla strada alla ferrovia),
senza creare crisi occupazionali.
Come forse ricordate, sono
sempre stato favorevole ad incrementare significativamente il costo del
trasporto (per ridurre l’inquinamento dovuto al trasporto e per favorire i
consumi km 0), anche se questo significa pesanti conseguenti sui prezzi dei
prodotti per le/gli utilizzatrici/ori.
Ma questo “sacrificio”
dovrebbe andare in favore di investimenti per la riallocazione delle/gli
operatrici/ori e di una riduzione di un
consumismo esasperato, e quindi essere considerato positivo.
Purtroppo le cose non sono
semplici.
Un altro esempio: tutte/i a
favore dei veicoli alimentati ad idrogeno.
Eppure: una automobile
alimentata a gasolio ha un rendimento (complessivo, rispetto alle fonti
primarie di energia impiegate) del 33%, una automobile elettrica alimentata a
idrogeno ha un rendimento del 19%.
Insomma non è un problema
puramente economico, non è un problema puramente tecnico, è un problema
politico (che futuro vogliamo, sapendo cosa comporta ?) !
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